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Press Review

".Paolo Bea, ci disse come lui coltiva le viti senza utilizzare sostanze chimiche, compreso un ingegnoso metodo, per migliorare il suolo esausto, piantando carciofi sotto le viti. "

Da "The Guardian" 19/07/2003

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"Sulla minuziosa etichetta di questo Sagrantino, (.) si legge in maiuscolo 'IL VINO E' VIVO'. Questa è la grande fede della famiglia Bea (.). Le loro vigne sono ben tenute ma non sono certamente quei giardini dove pochissimi grappoli superstiti hanno tutto lo spazio di questo mondo. Se la pianta un anno (fermo restando le potature corte e l'assoluta mancanza di concimazione chimica) vuole produrre di più, vuol dire che si sente in grado di farlo e quindi, perché intervenire."

Da "Il Buono e il cattivo: la sfida." 6/12/2003

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Una piccola azienda aperta al mondo, con l'ambizione di essere ambasciatrice del proprio territorio, con l'intento di salvaguardarne la tradizione.

Da "La Nazione Umbria" 28/11/2004

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A ogni morte di Papa vale la pena di girare mezza Roma per procurarsi il Sagrantino di Paolo Bea. (.) le due dita di vino lasciate nella bottiglia, per esperimento, si sono ossidate nel giro di una notte. Attenzione: che il vino il giorno dopo non sia più buono è un buon segno. Solo i vini morti rimangono tali e quali dopo una lunga esposizione all'aria, mentre il Sagrantino di Bea è un vino vivo, senza additivi e non filtrato e quindi sensibile al caldo, al freddo, alla luce, ai movimenti bruschi, come una creatura. Per questo vino si è parlato di "finissima rusticità". Per dire una nobilità contadina, un'eleganza non patinata.

Da "Il Foglio Quotidiano" 23/04/2005