
Il nostro costante impegno è rivolto a ricercare il miglior equilibrio tra il naturale processo della natura e l'azione dell'uomo, senza l'uso della chimica di sintesi e di stabilizzazioni forzate tese ad accelerare la "prontezza di beva". Intendiamo riprenderci la libertà di fare il vino con i sapori della terra da cui proviene, secondo l'idea di assistere la natura e non dominarla. Il contrario non è altro che una folle illusione.
Coscienti di dover convivere con la globalizzazione vogliamo evitare l'omologazione.
Come in tutte le regole, se l'umanità, non vorrà incorrere nell'irreparabile errore di spogliarsi delle proprie identità, l'eccezione che farà divenire vincente il fenomeno stesso della globalizzazione, sarà' proprio il rispetto ed il mantenimento delle DIVERSITA', siano esse dei popoli, delle culture dei rispettivi luoghi. Culture, antropologie, di cui i popoli medesimi ne sono portatori e tra queste vi è quella delle "colture" da cui si ottengono gli alimenti. Ogni luogo ha le sue tradizioni, le sue usanze, i suoi sapori. Ecco i SAPORI, ma di cosa? Quando arriviamo in una terra che produce un alimento, raccogliamone un frammento, annusiamolo e, se possibile, saggiamolo in bocca. Scopriremo che ogni luogo ha un suo sapori, differente, unico. In ogni terra nasce un alimento per chi ci vive. Il sapore di ogni alimento è caratterizzato dai minerali e la struttura fisica che compongono la terra, dal clima e dall'orografia: "le terroir" o meglio "le goû de terroir", ossia il sapore del luogo di produzione. Per mantenere questo semplice, ma prezioso risultato, la natura va osservata, ascoltata, compresa e non dominata . Negli ultimi 150 anni, l'agricoltura ha dovuto confrontarsi con la necessità di ridurre la fatica nei campi e l'affermarsi dell'industrializzazione. Di questo ne vanno colti i tanti aspetti positivi, tra cui l'aver reso più dignitoso il lavoro nei campi. Ora, però, bisogna individuare la via che ripristini il sano equilibrio, tra ambiente, tecnologia e scienza. Siamo convinti che tecnologia e scienza possono aiutare l'uomo, ma mai devono sostituirsi agli essenziali processi della natura, quale patrimonio di equilibri ottenuti in milioni di anni.
E' importante osservare le reazioni della natura, in ogni stagione e tutti gli anni, per questo tra i lavori interni al nostro processo c'è quello di: - annotare i dati meteo, per capire il territorio e i cicli della natura; - limitare al minimo i trattamenti in vigna; - confidare nella natura per trasformare l'uva in vino; - evitare, per quanto possibile, che l'azione dell'uomo, in ogni caso necessaria, diventi dominazione della natura.
In sintesi la nostra idea di produzione tende a:
"...la natura va osservata, va ascoltata, compresa, non dominata."
Giorno per giorno, con il bagaglio di famiglia, ma continuando a raccogliere anche le memorie e le esperienze dei più anziani vignaioli, osservando la natura e leggendo i lunari, cerchiamo di individuare la migliore convivenza tra la modernità e naturalità.Coscienti di dover convivere con la globalizzazione vogliamo evitare l'omologazione.
Come in tutte le regole, se l'umanità, non vorrà incorrere nell'irreparabile errore di spogliarsi delle proprie identità, l'eccezione che farà divenire vincente il fenomeno stesso della globalizzazione, sarà' proprio il rispetto ed il mantenimento delle DIVERSITA', siano esse dei popoli, delle culture dei rispettivi luoghi. Culture, antropologie, di cui i popoli medesimi ne sono portatori e tra queste vi è quella delle "colture" da cui si ottengono gli alimenti. Ogni luogo ha le sue tradizioni, le sue usanze, i suoi sapori. Ecco i SAPORI, ma di cosa? Quando arriviamo in una terra che produce un alimento, raccogliamone un frammento, annusiamolo e, se possibile, saggiamolo in bocca. Scopriremo che ogni luogo ha un suo sapori, differente, unico. In ogni terra nasce un alimento per chi ci vive. Il sapore di ogni alimento è caratterizzato dai minerali e la struttura fisica che compongono la terra, dal clima e dall'orografia: "le terroir" o meglio "le goû de terroir", ossia il sapore del luogo di produzione. Per mantenere questo semplice, ma prezioso risultato, la natura va osservata, ascoltata, compresa e non dominata . Negli ultimi 150 anni, l'agricoltura ha dovuto confrontarsi con la necessità di ridurre la fatica nei campi e l'affermarsi dell'industrializzazione. Di questo ne vanno colti i tanti aspetti positivi, tra cui l'aver reso più dignitoso il lavoro nei campi. Ora, però, bisogna individuare la via che ripristini il sano equilibrio, tra ambiente, tecnologia e scienza. Siamo convinti che tecnologia e scienza possono aiutare l'uomo, ma mai devono sostituirsi agli essenziali processi della natura, quale patrimonio di equilibri ottenuti in milioni di anni.
E' importante osservare le reazioni della natura, in ogni stagione e tutti gli anni, per questo tra i lavori interni al nostro processo c'è quello di: - annotare i dati meteo, per capire il territorio e i cicli della natura; - limitare al minimo i trattamenti in vigna; - confidare nella natura per trasformare l'uva in vino; - evitare, per quanto possibile, che l'azione dell'uomo, in ogni caso necessaria, diventi dominazione della natura.
In sintesi la nostra idea di produzione tende a:
- rispettare la natura, contribuendo con le nostre lavorazioni a mantenere l'equilibrio della flora e della fauna della terra d'origine;
- salvaguardare i sapori della terra, evitando l'uso di chimica di sintesi, sia in vigna che in cantina;
- attendere il compiersi dei cicli naturali, senza fretta, evitando ogni artificiosa accelerazione;
- ottenere prodotti sani per la salute.
Giampiero Bea



